ANSIA IN GRAVIDANZA

I FATTORI PREDISPONENTI.

L'ansia è uno stato psichico prevalentemente cosciente caratterizzato da una vaga sensazione di preoccupazione o paura, più o meno intensa e duratura, che può essere connessa o meno a uno stimolo specifico immediatamente individuabile (interno o esterno) e percepito come pericoloso. Dal punto di vista somatico durante la risposta ansiosa il corpo prepara l'organismo ad affrontare la minaccia percepita, o a fuggire da essa: la pressione del sangue e la frequenza cardiaca aumentano, la sudorazione aumenta, il flusso sanguigno verso i più importanti gruppi muscolari aumenta e le funzioni del sistema immunitario e quello digestivo diminuiscono.

La gravidanza rappresenta un periodo di grandi cambiamenti, sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista emotivo e relazionale. Essa richiede un’importante ristrutturazione della propria identità, caratterizzata dal passaggio di ruolo dall’essere figlia all’essere madre, con conseguente revisione del proprio passato come figlia e del legame con i propri genitori, e pensiero rivolto al futuro e alle nuove responsabilità che subentreranno nel divenire madre. Oltre a ciò possono presentarsi nel corso della gravidanza numerose preoccupazioni tra cui troviamo quelle riguardanti la salute del bambino, soprattutto nel primo trimestre, e quelle riguardanti il parto, soprattutto nell’ultimo trimestre. 

Tutto ciò può rappresentare una comprensibile fonte di stress il cui impatto può variare da donna a donna in relazione a diversi fattori. Tra i fattori predisponenti allo sviluppo di stati ansiosi in gravidanza possiamo trovare:

- presenza di stati ansiosi già prima della gravidanza;

- problemi pregressi di infertilità;

- precedenti aborti spontanei o terapeutici;

- mancanza di supporto familiare e sociale.

Al di là di tali fattori predisponenti è  importante sottolineare che in gravidanza  vi è un effettivo aumento di disponibilità di sensazioni  fisiche spesso collegate all’ansia come nausea, tachicardia, giramenti di testa, sensazione di mancanza di respiro a causa della presenza di ormoni  (la gonadotropina, il progesterone, gli estrogeni e la prolattina) che apportano tali sensazioni fisiche, da considerarsi nella norma. In ogni caso, un lieve stato di ansia, a fronte del cambiamento in atto, è assolutamente normale e comprensibile per tutte le donne che vivono questo momento di transizione.

 

RISCHI ED AZIONI A FAVORE DELLA GESTIONE DELL’ANSIA.

Lo stress in gravidanza, inteso come percezione di uno squilibrio tra le richieste esterne (la gravidanza e il diventare madre) e le risorse interne, può manifestarsi in maniera più o meno consapevole, attraverso la presenza di pensieri, preoccupazioni o reazioni somatiche che possono andare da momenti di ansia, a ansia continua e generalizzata, fino a poter sfociare in veri e propri attacchi di panico.

  Prendersi cura del proprio benessere emotivo è indispensabile sia per riuscire a godersi la gravidanza, sia per proteggere il bambino che cresce nel proprio corpo. Livelli elevati di stress e ansia protratti nel tempo, infatti, sono associati a possibili complicazioni, quali iperemesi gravidica, preeclampsia e parto prematuro. Inoltre, in seguito a numerosi studi oggi sappiamo che il disagio materno (sempre se intenso e prolungato nel tempo) può avere delle conseguenze anche sullo sviluppo emotivo del bambino negli anni dell’infanzia. Le ricerche evidenziano infatti come un’ansia particolarmente intensa e protratta durante il corso dell’intera gravidanza è associata a un maggior rischio di depressione della madre dopo la nascita e difficoltà ad entrare nel nuovo ruolo materno, causando problemi nella sintonizzazione con il bambino e nell'accoglienza e soddisfazione delle sue esigenze.

Il primo passo quando c’è un problema è quello di prenderne atto. La consapevolezza che elevati livelli di ansia in gravidanza rappresentano un fattore di rischio è positiva, poiché permette di monitorare la situazione nell’immediato e dopo la nascita del bambino, ricorrendo al giusto sostegno professionale in caso di necessità. Ciò  non deve far sentire la madre meno capace di affrontare la situazione, anzi, riuscire a cogliere fin da subito questi segnali rappresenta una grande capacità e opportunità in termini preventivi, al fine di vivere al meglio il rapporto con sé stesse e le proprie emozioni e di conseguenza prendersi cura del proprio bambino in maniera serena ed empatica. 

Vediamo ora una lista di azioni che possono aiutare nella gestione dei propri stati d’ansia. Conoscere il proprio corpo, le proprie reazioni emotive e comprendere di conseguenza quando si stanno perdendo le redini della situazione rappresentano degli elementi centrali per poter mettere in atto una serie di comportamenti a favore del proprio benessere e del benessere del proprio bambino.  

·         Circondati di persone che riescono a farti stare bene e allontana invece chi ti mette sotto pressione e che fa aumentare il tuo stato ansioso;

·         Metti in atto comportamenti che ti fanno stare bene, che sono in grado di spazzare via il tuo malumore e focalizzare la tua attenzione sul momento presente: può essere una semplice passeggiata o il tuo hobby preferito o una chiacchierata con una amica.

·         Durante i momenti no fai uscire le tue emozioni con chi ti può capire, rassicurare e dare conforto. Ricorda che solo le emozioni espresse possono essere comprese, elaborate e quindi gestite.

·         Trascorri la gravidanza prendendoti cura di te, del tuo partner e della vostra relazione poiché questo rappresenta un elemento essenziale nella costruzione del nido che accoglierà il vostro bambino.

·         Partecipa a un corso di accompagnamento alla nascita per diventare sempre più consapevole di ciò che sta succedendo dal punto di vista fisico ed emotivo e poterti confrontare con altre mamme che scoprirai avere i tuoi stessi dubbi e paure!

·         Puoi frequentare un corso di yoga in gravidanza, di meditazione, o apprendere tecniche di rilassamento utili alla gestione degli stati ansiosi. 

E se la situazione non dovesse migliorare?

NO all’automedicazione con prodotti fitoterapici a base di erbe, la cui sicurezza in gravidanza non è stabilita. Puoi parlarne con il tuo medico di base e il tuo ginecologo ma prima di far ricorso a farmaci, che come sappiamo vanno se possibile evitati in gravidanza, valuta la possibilità di contattare uno psicoterapeuta esperto in psicologia perinatale che potrà certamente aiutarti nel fare ordine, comprendere cosa sta succedendo dentro di te e apprendere strategie utili nella gestione della situazione.

COSA POSSO FARE IO PER TE.

A seguito di valutazione del sintomo individueremo il percorso più adatto alle tue esigenze.

La mia formazione specifica in psicologia perinatale farà da guida nel comprendere in maniera più specifica ed approfondita il disagio da te provato in questo momento speciale della tua vita.

In quanto esperta in tecniche di rilassamento ed ipnosi potrò aiutarti a gestire concretamente i correlati fisici dello stato ansioso.

In qualità di psicoterapeuta analitica potrò accompagnarti in un percorso tra passato, presente e futuro a favore di un recupero del senso di unità della tua identità, ora in fase di transizione.

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