LA GRAVIDANZA DOPO UN LUTTO PERINATALE

LA PERDITA E L’ELABORAZIONE DEL LUTTO PERINATALE

Aver perso un bambino a causa di un aborto spontaneo o terapeutico, o a causa di morte in utero, al parto, o nel periodo successivo alla nascita è un evento sconvolgente, traumatico, totalizzante, indipendentemente dal momento in cui tale perdita è avvenuta. Non è infatti tanto l’epoca gestazionale nella quale la morte si è verificata a fare la differenza quanto l’intensità dell’investimento affettivo a rendere l’evento traumatico.

E’ importante restituire valore alla sofferenza provata dai genitori che si trovano a vivere questo lutto perché questo costituisce il contesto all’interno del quale può essere dato un nome, uno spazio, una identità a quel bambino che è esistito, seppur per breve tempo. Esistito nei progetti, nei sogni, nelle fantasie di un futuro insieme. Esistito nei pensieri, nel corpo, nelle parole, nel nome, negli oggetti e nella casa. In quel noi con te, noi famiglia che all’improvviso, inaspettatamente, contro natura, si è trasformato in un noi senza di te.

Circa una gravidanza su sei si interrompe e nella maggior parte dei casi la perdita si verifica nelle prime 20 settimane di gestazione. Nonostante i numeri elevati manca un riconoscimento sociale di questa perdita, così come mancano delle linee guida univoche che aiutino gli operatori sanitari a fornire un adeguato sostegno e guida a queste famiglie. Il mancato riconoscimento sociale, accompagnato dalle più svariate reazioni emotive e comportamentali che questa perdita comporta rendono complessa l’elaborazione del lutto. Ciò può causare criticità non solo nella vita personale e di coppia ma anche nella progettualità di una nuova gravidanza e nel suo successivo andamento.

 

LA RICERCA DI UNA NUOVA GRAVIDANZA DOPO UN LUTTO PERINATALE

Gli studi scientifici ci dicono che la maggior parte delle coppie che vivono un lutto perinatale ricercano una nuova gravidanza in un tempo relativamente breve e che tra il 50 e l’80% delle coppie ottengono una nuova gravidanza entro un anno.

La nuova gravidanza porta con sé emozioni complesse ed ambivalenti che legano passato, presente e futuro. Possiamo osservare aspetti connessi alla speranza di eliminare la sofferenza della perdita, al desiderio di tornare ad essere felici e realizzare i propri sogni, ma anche al senso di colpa nei confronti del bambino perso e del bambino atteso e potenti paure legate all’andamento della nuova gravidanza.

La perdita del bambino ha bisogno di tempo per trovare il suo spazio nella propria storia di vita. Uno spazio unico e insostituibile. La mancata elaborazione di questo lutto rende la gravidanza successiva potenzialmente più difficile da gestire dal punto di vista emotivo poiché ci si trova ancora affettivamente vicini all’evento traumatico e questo implica maggiori livelli di ansia, stress, paura ed ipervigilanza rispetto alla salute del bambino che possono permanere nel tempo nonostante gli esiti diagnostici positivi. E’ inoltre possibile, in questi casi, sviluppare intense paure nei confronti del parto (tocofobia secondaria). La gravidanza rappresenta sempre un momento di grandi cambiamenti e maggiore vulnerabilità psichica ed il lutto perinatale in corso di elaborazione può amplificare in maniera notevole tale vulnerabilità, rischiando di esitare in sintomi della sfera ansioso-depressiva.

Le ricerche svolte in ambito prenatale ci dicono che elevati livelli di ansia e stress in gravidanza aumentano la probabilità di complicazioni nella salute materna e del bambino, nelle caratteristiche del parto, nel temperamento futuro del bambino, nel suo sviluppo psicorelazionale e nel livello di investimento affettivo.

Côté-Arsenault e Donato (2011) hanno inoltre individuato la presenza di un meccanismo difensivo che può attivarsi nelle gravidanze successive ad un lutto perinatale, definito “protezione emotiva”. Questo meccanismo, che può essere consapevole o inconscio, permette di lenire l’ansia legata alla nuova gravidanza, proseguendo in maniera razionale e distaccata la propria vita senza essere travolte dalle paure di un nuovo lutto. Tutto ciò però comporta una presa di distanza dalla gravidanza e dal bambino in pancia, ad esempio evitando di annunciarne l’attesa, di individuarne il nome, di acquistare prodotti per lui e così via. In poche parole non si investe sulla relazione e sulla genitorialità in fase prenatale nel tentativo di evitare l’attaccamento emotivo nei confronti del bambino atteso.

In considerazione di tutte le possibili ripercussioni sul benessere psicorelazionale a seguito di un lutto perinatale è consigliato attendere i tempi, personali e di coppia, di rielaborazione del lutto precedente in modo da evitare una sovrapposizione tra il bambino perso e quello successivo e in modo da evitare di vivere il complesso passaggio attraverso gravidanza, parto e puerperio in concomitanza con le difficoltà legate all’elaborazione del lutto.

Rispetto ai tempi di attesa tra una gravidanza con esito negativo e la successiva, le raccomandazioni ufficiali vengono fornite sull’aborto spontaneo (perdita del bambino entro la ventesima settimana di gestazione), con un tempo di almeno 6 mesi di attesa. Uno studio recentemente pubblicato su The Lancet si è focalizzato invece sui tempi di attesa dopo una morte in utero (perdita del bambino dopo la ventesima settimana di gestazione) evidenziando come un concepimento entro 12 mesi dalla perdita non comporti, nella maggior parte dei casi, eventi avversi legati alla salute fisica del bambino. Prima di una nuova gravidanza è necessario però comprendere le cause della morte del bambino attraverso autopsia fetale e analisi della placenta al fine di mettere in atto, dove possibile, strategie preventive.

I tempi legati agli aspetti organici, tuttavia, non è detto che coincidano con i tempi necessari per l’elaborazione del lutto, tempi del tutto soggettivi. Rispetto a questo discorso gli studi indicano che mediamente i tempi di elaborazione vadano dai 6 ai 24 mesi dalla morte del bambino.

Così come è importante rispettare i tempi fisiologici di recupero del corpo per accogliere una nuova gravidanza, lo stesso vale per i tempi emotivi. Entrambi gli aspetti svolgono un ruolo centrale per il benessere personale, di coppia e dell’intera famiglia.

 

VIVERE LA NUOVA GRAVIDANZA CON CONSAPEVOLEZZA

I bambini arcobaleno arrivano portando nuove speranze dopo la tempesta che il lutto perinatale ha portato con sé ma la gioia dell’attesa non può cancellare completamente la sofferenza di ciò che è stato. Essere consapevoli di questo dolore non annulla le possibilità di investimento in una nuova gravidanza, bensì permette di integrare ciò che è stato, dandogli un suo spazio e distinguendolo da ciò che di nuovo sta per arrivare. Entrare in relazione affettiva con il nuovo bambino non significa dimenticare o sostituire quello scomparso, significa piuttosto dare ad ogni figlio la possibilità di avere la propria storia, unica e personale.

 

E’ possibile vivere una nuova gravidanza con consapevolezza e pienezza, senza farsi travolgere dalla tempesta che ha toccato la propria vita accogliendo e non contrastando il ricordo di ciò (e chi) è stato, riconoscendo le proprie risorse familiari e personali e donandosi il proprio tempo di rielaborazione del lutto.

 

La gravidanza arcobaleno va sostenuta per tutta la sua durata. Di seguito alcune attività che possono essere di aiuto alla famiglia in attesa:

-confrontatevi con altri genitori che hanno vissuto come voi un lutto perinatale;

-prendetevi del tempo e dello spazio per ricordare il bambino che non c’è più e lasciate andare le vostre emozioni a riguardo;

-integrate il bambino perso nella storia familiare, raccontando della sua presenza anche a chi è arrivato dopo di lui;

-create uno spazio domestico dedicato al bambino che non c’è più, ad esempio piantando un albero in suo onore;

-cercate rassicurazione e sostegno nella rete informale e formale, rivolgendovi a professionisti adeguatamente formati sul lutto perinatale;

-rivolgetevi ad una equipe curante che sia in grado di fornirvi adeguato supporto e rassicurazione nella consapevolezza della vostra esperienza precedente;

-tenete un diario della nuova gravidanza nel quale poter esprimere liberamente pensieri ed emozioni legate non solo alla nuova attesa ma anche alla perdita precedente;

-prendetevi cura della relazione prenatale con il bambino che state aspettando sostenendo gli aspetti fisiologici della gravidanza e la centratura sul momento presente (a tal proposito è possibile richiedere la guida gratuita che ho scritto sulla gravidanza cliccando qui);

-per la mamma: prenditi cura di te e del tuo corpo, che necessita di un suo tempo di recupero dopo il trauma.