LE CICATRICI EMOTIVE DEL PARTO TRAUMATICO

Per alcune donne l’esperienza di nascita può essere stata particolarmente negativa e non corrispondente alle aspettative a causa di eventi intercorsi durante il parto che hanno creato preoccupazioni, paure, dolore, stress intenso e/o hanno reso necessario l’intervento del personale sanitario. Secondo lo psicologo Charles Figley, esperto in traumi, al di là di elementi oggettivi che possono aver reso il parto complicato come un travaglio lungo o la necessità di far ricorso ad un parto operativo, un’esperienza può essere vissuta come traumatica se:

-improvvisa (cambiamento inaspettato e improvviso del decorso del parto)

-travolgente (sensazione di perdita di controllo)

-pericolosa (rischio, o preoccupazione, per la propria sopravvivenza fisica e/o per quella del bambino).

Le donne che durante il parto si sono sentite impotenti, confuse, spaventate e abbandonate hanno maggiori probabilità di sperimentare successivamente delusione, scarsa autostima, ipervigilanza o intensa preoccupazione per il bambino, sentimenti di fallimento e rabbia. Tali emozioni non vanno ignorate poiché hanno un impatto negativo non solo sul benessere della neomamma ma anche, di conseguenza, sulla relazione con il suo piccolo.

Per la donna che ha vissuto un parto traumatico è possibile, con tempo, pazienza e attenzione rielaborare quanto accaduto.

Se hai avuto una esperienza di parto che ha lasciato una ferita esistono alcune azioni che possono aiutarti:

-parlane con chi ha vissuto un’esperienza simile alla tua;

-scrivi un diario nel quale poter dare libero sfogo alle tue emozioni;

-informati tramite il tuo medico di fiducia su quanto accaduto durante la nascita per ampliare il tuo livello di consapevolezza e quindi di controllo;

-entra gradualmente in contatto con il tuo bambino attraverso carezze, massaggi e contatto pelle a pelle;

-rilassati il più possibile e accetta le offerte di aiuto per poter diminuire il livello di stress e ritagliarti spazi di tranquillità con il tuo bambino;

-parla con il tuo partner dei vostri vissuti durante il parto;

-non colpevolizzarti su come sono andate le cose, hai fatto il meglio che potevi in quelle circostanze e con le conoscenze che avevi…perdonati!

Nel caso in cui le azioni elencate risultino difficili o non portino a un cambiamento o nel caso in cui si provino stati di forte ansia ed angoscia, correlati o meno da ricordi e/o flashback del parto, anche a distanza di tempo, è importante rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Un percorso psicologico può aiutare la donna a esprimere quelle emozioni taciute, trattenute, difficili da esprimere, liberandole e sanando in questo modo la ferita. 

 Il momento della nascita è solo l’inizio di una relazione che durerà tutta la vita. Lasciar andare quello che è stato permette di dare un nuovo indirizzo alla relazione con te stessa e con il tuo bambino.

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