COS'E' LA PSICOSOMATICA?

I fenomeni psichici e corporei sono sin dall’inizio della nostra vita estremamente legati tra loro ma a livello scientifico è evidente la dicotomia tra medicina (corpo) e psicologia (mente) che trae origini dal dualismo cartesiano ed è alla base di  una visione meccanicista e determinista del problema. La condizione di malattia è in realtà rivelatrice di un’unità psicosomatica che richiede un approccio multidimensionale. Parlare di psicosomatica significa quindi parlare dell’equilibrio esistente tra mente e corpo e considerare la persona nella sua unità e unicità.La psicosomatica è una branca della psicologia medica volta a ricercare la connessione tra un disturbo somatico e la sua causa, spesso di natura psicologica. Nello specifico, la psicosomatica ha lo scopo di rilevare e comprendere gli effetti negativi che la psiche, la mente, produce sul soma, il corpo. I disturbi psicosomatici si possono considerare malattie vere e proprie che comportano danni a livello organico e che sono causate o aggravate da fattori emozionali.

Nello sviluppo del disturbo psicosomatico è centrale l’incapacità di espressione simbolica del vissuto emotivo.  Il paziente psicosomatico fatica verbalizzare, e quindi elaborare, le tensioni vissute a livello emotivo, per questo esse si esprimono attraverso la simbologia corporea.

Inoltre, caratteristiche di personalità differenti, che vanno dall’essere aggressivi, attivi o passivi di fronte alle situazioni di stress, porteranno ad esiti differenti a livello corporeo. In particolare, gli studi hanno evidenziato come coloro che hanno tratti di personalità quali ambizione, ostilità, competizione, frenesia, ricerca del successo, sono predisposti allo sviluppo di malattie cardiovascolari mentre, al contrario, coloro che presentano tratti di personalità quali pazienza, tranquillità, repressione dei propri vissuti emotivi, sono predisposti a sviluppare malattie a carico del sistema immunitario e gastrointestinale.

Le caratteristiche della propria personalità possono causare modifiche a livello fisiologico e la loro cronicizzazione portare allo sviluppo di malattie. Tuttavia, l’individuo deve essere considerato nella sua complessità valutando le eventuali predisposizioni a livello fisiologico e considerando anche l’influenza del contesto all’interno del quale egli è inserito, che può fungere da fattore protettivo o esacerbante.

 Il corpo può essere quindi considerato come una finestra sulla dimensione del profondo: l’inconscio parla attraverso il corpo. Ciò che viene censurato da una parte più evoluta di noi, quelle cose che non si osano dire, che sono inopportune, vengono espresse dal corpo. Quando si presenta un sintomo e una malattia, è possibile leggerlo e interpretarlo sulla base del significato simbolico che viene attribuito all’organo stesso in cui si manifesta ovvero alla sua “funzione d’organo”. La funzione d’organo diventa dunque, nel linguaggio del corpo, una chiave d’accesso per meglio accedere e intuire i significati e disagi sottostanti. Ad esempio, se si soffre spesso di mal di testa, rappresentando essa il mondo del mentale, è facile che venga utilizzata eccessivamente la razionalità come chiave di lettura del mondo, a scapito della corporeità, dell’emotività e dell’istintualità.

Di fronte ad un disturbo fisico risulta prima di tutto necessario l’approfondimento della questione da un punto di vista medico attraverso visite ed esami specialistici. Quando si ha a che fare con patologie o disturbi su base organica può essere utile approfondire l’influenza psicologica nello sviluppo di tale disturbo, ma resta centrale la cura e la terapia medica. Quando si ha a che fare con disturbi fisici che non trovano un loro riscontro a livello di evidenze organiche è facile che si tratti di una somatizzazione e diventa quindi importante la comprensione del sintomo attraverso un percorso psicoterapeutico. Quando parla il corpo non mente mai e ciascuno di noi è in grado di comprenderne intuitivamente il linguaggio, poiché parla con una lingua antichissima, esistita da sempre e destinata a non morire mai: quella dei simboli. L'interpretazione in chiave simbolica, psicosomatica, delle malattie consente di integrarne il messaggio profondo a livello della coscienza, in questo modo si può eliminare la vera causa di un disagio ed il corpo può guarire. Viceversa se eliminiamo solo l'effetto di uno squilibrio interiore, cioè il sintomo, questo è destinato a ripresentarsi nello stesso organo o in un altro situato più in profondità.

Dott.ssa Eleonora Bottosso . Psicologa Psicoterapeuta