BABY BLUES, DEPRESSIONE POST PARTUM E PSICOSI POST PARTUM

Nonostante la nascita sia associata, nell’immaginario comune, all’emozione della gioia, anche emozioni negative come rabbia e tristezza rivestono un ruolo importante e se negate possono portare a problemi a lungo termine.

Circa il 50-80% delle neomamme, nel periodo che va dal parto a 10-15 giorni dopo, provano una lieve tristezza e un disagio interiore. Tale stato, caratterizzato da umore instabile, pianto, assenza di concentrazione e sensazione di dipendenza, è stato definito “Baby blues” e rappresenta un problema transitorio. Le cause del baby blues sono rintracciabili principalmente nello stress psicofisico dovuto al travaglio e al conseguente sconvolgimento ormonale e all’ansia dovuta a questo grande cambiamento nella propria vita che implica un aumento di responsabilità. Questo stato di lieve tristezza è del tutto normale e comprensibile. E’ importante che in questa fase la donna venga sostenuta dal compagno, dai familiari, dalle amiche, o anche da altre neomamme attraverso la frequentazione di gruppi di confronto. Anche l’informazione risulta essere fondamentale, per questo, è possibile consultare professionisti come l’ostetrica al fine di essere rassicurate anche dal punto di vista pratico.

La depressione post partum colpisce invece il 14% delle madri. Tale problematica insorge 3-4 settimane dopo il parto, diventando evidente tra il terzo e il sesto mese dopo il parto. I sintomi della depressione post partum sono:

  •  irritabilità,
  • ansia,
  • sonno disturbato,
  • inappetenza o appetito smisurato,
  • debolezza muscolare,
  • fastidio nei confronti del bambino che viene percepito come un peso,
  • sensazione di inadeguatezza nella sua cura,
  • assenza di emozioni nei suoi confronti,
  • timore a restare sola con il proprio figlio.

La depressione post partum rappresenta una patologia che se non viene trattata rischia di diventare cronica. Le cause sono rintracciabili in fattori ormonali, fisici (come la stanchezza per i ritmi del bambino),  sociali (come l’età e l’inesperienza della madre e l’assenza di sostegno) e psicologici ( come la scarsa autostima, il perfezionismo, le aspettative irrealistiche sull’essere madre e sul bambino). Spesso la donna, travolta da queste sensazioni, sente di non rispecchiare quelle che sono le aspettative personali, familiari e sociali dell’essere madre e cerca di indossare una maschera di apparente serenità nonostante il grande disagio interiore.

Affrontare il problema già dalla comparsa dei primi sintomi rappresenta invece un aspetto centrale per evitare che i sintomi aumentino, peggiorino e si cronicizzino. In ciò il partner riveste un ruolo molto importante per poter intraprendere un dialogo sulle proprie ansie e paure e per favorire la condivisione delle responsabilità. Non sempre, però, i sintomi si riescono a cogliere e accogliere sul nascere. Ciò comporta una loro cronicizzazione e la necessità di intervento da parte di professionisti attraverso l’associazione di farmacoterapia e psicoterapia.

La psicosi post partum è una grave forma di depressione che colpisce lo 0,1% delle madri. Essa è caratterizzata da agitazione, insonnia, irritabilità, depressione o euforia, comportamento disorganizzato, deliri (riguardanti soprattutto il fatto che il proprio figlio sia malato o abbia poteri speciali) e allucinazioni, soprattutto visive e uditive. Tale patologia richiede il ricovero della donna poiché la sottopone ad un elevato rischio per la propria vita e per la vita del bambino. La psicosi post natale si sviluppa di solito nei primi giorni dopo il parto causando una pericolosa esplosione delle emozioni.

Depressione post parto e, nei casi più gravi, psicosi post parto rappresentano delle gravi forme di disagio psichico che richiedono un trattamento immediato poichè possono avere conseguenze significative sul benessere e la vita della donna e del suo bambino.

La prevenzione è sempre la strada migliore e perseguibile frequentando corsi di accompagnamento alla nascita all'interno dei quali vengano trattati non solo aspetti pratici ma anche emotivi connessi al periodo perinatale. Anche un piccolo percorso psicologico, individuale o di coppia, durante la gravidanza permette di favorire l'esplorazione degli aspetti emotivi connessi a questo importante cambiamento, acquisendo strumenti utili per una maggiore autoconsapevolezza, alla base delle capacità di gestione delle proprie emozioni.
Una volta insorto il problema, invece, il trattamento diventa più complesso e tende ad integrare psicoterapia e farmacoterapia. Portare attenzione a come ci si sente, ai propri pensieri, alle proprie emozioni, al proprio modo di vivere la relazione con il nuovo arrivato è essenziale al fine di poter intervenire in maniera immediata evitando un inutile e doloroso procrastinarsi della sofferenza, che, come dimostrato dai numerosi studi, ha effetti a lungo termine non solo sul benessere psicofisico della madre, ma anche sullo sviluppo psicofisico del bambino.

La maternità è complessa, è fatta di luci e di ombre. Non permettere a queste ombre di oscurare la tua vita. E' possibile ripartire fin da questo momento in presenza di un valido sostegno.