La psicologia analitica (o psicologia del profondo) è una teoria psicologica e un metodo di indagine del profondo elaborato dall'analista svizzero Carl Gustav Jung e dagli allievi della sua scuola. Per Jung oltre all’inconscio personale, costituito da tracce di esperienze personali dimenticate o rimosse, esiste un inconscio collettivo, che rappresenta uno strato più profondo nel quale è depositato il patrimonio dell’intera umanità. Il contenuto dell’inconscio personale è costituito principalmente dai complessi (agglomerati di contenuti psichici, immagini, ricordi e esperienze che si formano attorno allo sviluppo emotivo e affettivo e condizionano, spesso inconsapevolmente, la vita della persona) mentre il contenuto dell’inconscio collettivo è costituito dagli archetipi (forme ereditarie di comportamento che organizzano l’esperienza ).
L’innovazione che Jung portò nella pratica psichiatrica fu dunque innanzitutto la consapevolezza che la funzione del terapeuta non consistesse solo nell'applicare rigidamente un "metodo meccanico", ma nel porre attenzione alla "storia di vita" del paziente ed alle storie che egli stesso raccontava. Il sintomo non richiede più una spiegazione in chiave di causa-effetto, ma viene considerato esso stesso una "domanda di significato" rispetto al disagio soggettivo che esprime. Il disturbo psichico smette così di essere considerato una malattia, e l'intervento analitico non viene più considerato solo una "cura"; ne consegue che la pratica psicologico-analitica junghiana non mira più ad una "guarigione", ma ad individuare il senso simbolico e archetipico del disturbo, e ad aiutare il suo portatore ad utilizzarne l'energia ai fini della "trasformazione" e della propria individuazione.
Secondo Jung scopo della terapia è l'avvicinamento dell'Io con il Sè, inteso come una crescente integrazione e unificazione dei complessi che formano la personalità. L'avvicinamento avviene tramite l'attribuzione di significato ai simboli. Tale processo prende il nome di individuazione, frutto della continua collaborazione tra Coscienza, Inconscio, Io e Sé.
*Supponiamo che mi sia successa una cosa molto sgradevole … Se non l’ho assimilata, diventerà un corpo estraneo e formerà un ascesso nell’inconscio; allora psicologicamente, comincia lo stesso processo di suppurazione che accade nel corpo fisico. Avrò dei sogni o, se sono introspettivo, una fantasia in cui mi vedo come un criminale … Se reprimo queste mie fantasie esse formeranno un nuovo focolaio d’infezione, proprio come, nel corpo, una sostanza estranea può causarmi un ascesso … Il sogno è un tentativo di farci assimilare cose non ancora digerite. E’ un tentativo di guarigione*
CARL GUSTAV JUNG, “Analisi dei sogni”
Come importante strumento di analisi delle dinamiche inconsce utilizzo l'interpretazione dei sogni. Il sogno è un fenomeno psichico legato al sonno, in particolare alla fase REM, caratterizzato dalla percezione di immagini e suoni riconosciuti come apparentemente reali dal soggetto sognante. Lo studio e l'analisi dei sogni inducono a riconoscere un tipo di funzionamento mentale avente leggi e meccanismi diversi dai processi coscienti di pensiero che sono invece oggetto di studio della psicologia tradizionale.Nel sogno è possibile distinguere un contenuto manifesto da un contenuto latente. Si definisce contenuto manifesto quella parte del sogno che viene raccontata al risveglio da parte del sognatore; in sostanza, la storia e gli elementi del sogno per come vengono espressamente ricordati dal sognatore. Gli elementi che compongono tale "storia" sono simbolici, e devono essere interpretati analiticamente per poter arrivare al significato "profondo" del sogno stesso. Si definiscono contenuto latente di un sogno quei contenuti mascherati dagli elementi simbolici che vengono indicati col termine "contenuto manifesto". Attraverso l'interpretazione analitica dei simboli contenuti nel sogno si riesce ad arrivare alla ricostruzione dei contenuti inconsci che, altrimenti, non potrebbero apparire alla coscienza.