Nell’immaginario comune, rinforzata dalla spettacolarizzazione e banalizzazione che ne fanno sedicenti maghi, l’ipnosi ha assunto un significato ben diverso da quello che è il suo utilizzo in ambito terapeutico. L’ipnosi, infatti, non implica la totale dipendenza del paziente dalla figura del terapeuta, né rappresenta uno strumento magico in grado di risolvere disturbi psicofisici senza la reale collaborazione, impegno e messa in discussione del paziente stesso e dei suoi stili cognitivi e comportamentali.
L’ipnosi è uno stato modificato di coscienza così definito poiché si distingue dallo stato normale di coscienza ovvero la veglia vigile. Tra gli stati modificati di coscienza troviamo la veglia rilassata, vari tipi di rilassamento, stati ipnagogici e ipnopompici e l’ipnosi. Questi stati favoriscono un abbassamento del livello della coscienza e favoriscono il rilassamento fisico e l’apertura della mente ad aspetti inconsci. Dal punto di vista neurofisiologico l’ipnosi è caratterizzata da un’inibizione corticale parziale accompagnata da eccitazione di alcune zone cerebrali, tra cui quella occipitale, attenzione focalizzata e conseguente diminuzione delle distrazioni. Sebbene lo stato ipnotico possa essere considerato lontano dalla nostra esperienza, si tratta di un processo spontaneo che si verifica quotidianamente ma che può anche essere indotto. In tal caso, l’ipnosi diventa un mezzo di intervento utile sia dal punto di vista diagnostico, utilizzandolo come test proiettivo, sia dal punto di vista terapeutico, poiché favorisce ristrutturazioni e cambiamenti grazie alla guida dell’ipnologo. L’ipnosi è anche infatti un processo di apprendimento possibile grazie a una regressione al servizio dell’Io, intendendo con tale termine la formazione nella psiche di un sottosistema dell’Io caratterizzato da dipendenza dalle parole dell’ipnologo. La restante parte dell’Io, invece, continua a svolgere la propria attività critica. Questo aspetto è molto importante da chiarire perché nell’immaginario comune l’ipnosi viene considerata una completa assoggettazione nei confronti della volontà dell’ipnologo. Tale pensiero comune può creare resistenze e per tale motivo è importante che il terapeuta svolga un colloquio preliminare nel quale chiarisce le caratteristiche dell’ipnosi, favorendo così una maggiore fiducia che è alla base della relazione terapeutica. L’ipnosi è infatti anche una condizione relazionale che si instaura grazie ad essa e che trae beneficio da essa.
Nell'ambito dell'ipnosi utilizzo questo strumento terapeutico unicamente a seguito di una valutazione delle caratteristiche di personalità del soggetto e per situazioni specifiche che riguardano il rapporto mente-corpo:
Preparazione al parto
Controllo del dolore fisico -malattie croniche, malattie oncologiche, fibromialgia ecc.- (clicca qui per approfondire)
Somatizzazioni
Disturbi legati al ciclo mestruale
Disfunzioni sessuali
Non utilizzo lo strumento ipnotico per problematiche non citate.
Non mi occupo di ipnosi regressiva.
- L'ipnosi non rappresenta la bacchetta magica e non è in grado di risolvere in un solo incontro problematiche e disagi che da tempo caratterizzano la propria vita.
- L'ipnosi non è uno strumento adatto a tutti i tipi di personalità e per tale motivo, prima di poterla utilizzare, sono necessari almeno tre incontri conoscitivi.
- Lo scopo delle sedute di ipnosi non è di lavorare unicamente a livello inconscio ma è fondamentale anche una rielaborazione dei contenuti affrontati a livello cosciente.